Lo statuto del Fondo Forestale Italiano
Essendo una ONLUS, l’associazione, non ha scopi di lucro e porta avanti la sua attività solo grazie “a donazioni di denaro e/o di terreni”.
Non è infatti permesso né vendere i terreni, né le quote di CO2.
La vendita di quote di emissioni di gas serra è il diritto di emettere una tonnellata di CO2 equivalente per un periodo determinato, valido unicamente per rispettare le disposizioni della direttiva 2003/87/CE e cedibile conformemente alla medesima. In poche parole, se l’impianto di una certa azienda ha emesso una quantità inferiore alla soglia consentita, la società potrà vendere la quota di emissione gas serra non utilizzata ad un’altra impresa che non riesce a rispettare la soglia consentita. In questo modo l’impresa che acquisisce la quota potrà emettere una quantità di gas serra superiore a quella consentita senza incorrere in sanzioni secondo il sistema di scambio delle quote di emissioni; contemporaneamente, l’azienda che ha rispettato tale soglia ottiene dei ricavi dalle quote vendute.
“Il problema di questa pratica – ci spiega Emanuele Lombardi, presidente dell’Associazione e perito industriale ENEA (‘Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) – riguarda la mancanza di un vero e proprio effetto benefico. Noi portiamo avanti la nostra mission che ha l’obiettivo di catturare quanta più CO2 possibile dall’atmosfera per avere un effettivo positivo sull’ambiente. Se iniziassimo a vendere queste “quote” di CO2 da noi guadagnate questo effetto si azzererebbe”.
Un punto di vista di Emanuele, dice lunga sulla coerenza dei soci fondatori che decidono di rinunciare alla principale fonte di guadagno per il bene del Pianeta, e quindi anche di tutti noi.L’attività del Fondo forestale italiano
Seppure di recente formazione il FFI, acronimo di Fondo Forestale Italiano, ha già ottenuto i suoi primi risultati. All’interno della sua rete può infatti già vantare quasi 40 ettari di terreni di proprietà.
“L’unico modo che si ha per fare boschi in Italia è quello di avere terreni di proprietà” – prosegue Lombardi – “La terra che abbiamo a disposizione è principalmente frutto di donazioni. Dobbiamo inoltre sempre tenere in considerazione che i processi di rimboschimento sono molto lunghi. Ci possono volere decenni per creare un bosco dal nulla. Il nostro scopo, oltre che quello di difendere la natura, è anche quello di restituire i terreni da noi utilizzati per le nostre attività, alle comunità locali. Organizziamo progetti educativi e visite”.
Il Fondo Forestale Italiano offre anche la possibilità, a chiunque abbia un terreno incolto, di affiliarsi al suo programma. “Stiamo pensando di fornire un servizio di assistenza a chiunque voglia affiliarsi al nostro progetto”.
In Valnerina, la prima oasi naturale del fondo forestale italiano, uno degli obiettivi è tutelare la flora e la fauna locale.
Più boschi, meno cemento
Uno dei più grandi problemi del nostro paese riguarda l’eccessiva cementificazione. Ed è proprio in questo senso che il Fondo Forestale Italiano assume una grande importanza. L’importanza potenziale che il FFI può avere nella conservazione di aree verdi che, altrimenti, rischierebbero di lasciare posto a colate di cemento non è quindi da sottovalutare.
Ti raccontiamo del Fondo perchè rappresenta un esempio virtuoso di come, quando ci sia la volontà, è possibile mettere da parte i profitti e l’antropocentrismo che caratterizzano la nostra epoca per portare avanti progetti mirati al benessere della comunità.
Preservare la natura e, dove possibile, ristabilirne gli equilibri. Questa è, in sintesi, la filosofia del Fondo Forestale Italiano.
Un pensiero che non possiamo fare altro che condividere.
Una giovane quercia, pronta a crescere!
Le foreste che si svilupperanno costituiranno dei nuovi habitat per la fauna e la flora. Contribuiranno alla lotta al riscaldamento climatico assorbendo Co2 e assorbiranno gas e sostanze inquinanti, mitigando gli effetti locali dei cambiamenti climatici (siccità, erosione del terreno e desertificazione). Senza contare come queste nuove foreste aumenteranno la bellezza del territorio e la qualità della vita di tutti noi cittadini!
Gli alberi, i boschi e le foreste sono, al momento, una delle migliori armi che abbiamo per contrastare i cambiamenti climatici. Se da una parte ci sono le grandi aziende che non si fanno scrupoli nell’abbatterli, dall’altra si stanno moltiplicando i progetti legati alla piantumazione di alberi.
La battaglia sarà lunga ed estenuante. Staremo a vedere chi ne uscirà vincitore.
Noi abbiamo già scelto da che parte stare.