Questo cambiamento ha investito in prima istanza il settore alimentare, con un incremento del consumo di prodotti bio e a Km0. Tuttavia, ultimamente sta interessando un altro ramo della produzione: l’abbigliamento.
Addio Fast Fashion?
Basta digitare su qualsiasi motore di ricerca le parole “moda” e “sostenibilità” per comprendere quanto il mondo del fashion (e del fast fashion in particolare) siano poco sostenibili per il nostro pianeta e per chi ci lavora.
Ma come sappiamo, il mercato reagisce aumentando la produzione di beni in base alla domanda. E’ infatti proprio grazie al maggiore interessamento degli ultimi anni nei confronti della moda sostenibile, stanno nascendo numerosi brands che producono abbigliamento e accessori nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni dei lavoratori.
Moda sostenibile nelle sneakers? Veja!
Uno tra i più famosi marchi di moda sostenibile, presente sul mercato ormai da diverso tempo, è VEJA: questo marchio francese di sneakers nasce nel 2004 ed è arrivato ad essere uno fra quelli più desiderati alla fine del 2018, registrando ricavi per 21 milioni di dollari.
Sneakers Veja
Ma di cosa sono fatte le VEJA?
I materiali utilizzati sono cotone biologico brasiliano, gomma estratta in Amazzonia da coltivatori diretti (che il brand VEJA acquista ad un prezzo più alto rispetto alla media del mercato) e rete “B-Mesh” (Bottle Mesh), un materiale leggero, traspirante e waterproof realizzato al 100% riciclando bottiglie di plastica (ogni paio di scarpe ricicla 3 bottiglie). Ma i due creatori del marchio sono alla ricerca costante di nuovi materiali da utilizzare e l’ultimo lo hanno individuato proprio in Italia. Parliamo del C.W.L. (Corn Waste Laminated), derivante dagli scarti della lavorazioni di mais e plastica.
Lo stile scelto dai creatori di queste scarpe è del tutto simile a quello delle sneakers più in voga sul mercato (anche i prezzi sono della stessa fascia). Si tratta di modelli classici pensati appositamente per durare nel tempo ed allontanare, quindi, il desiderio di comprare altre paia di scarpe e poi ancora altre.
Moda sostenibile nei jeans? Par.co Denim
Par.co Denim jeans in cotone biologico
Una realtà nostrana in crescita della moda sostenibile è quella di Par.co Denim, azienda bergamasca che produce jeans a ridotto impatto ambientale.
Si tratta di capi realizzati in Italia con materie prime sostenibili e senza materiali di origine animale per gli accessori, in un processo rispettoso dell’ambiente. I tessuti utilizzati sono in cotone biologico certificato e questo assicura il rispetto di elevati standard ambientali. In più, lavaggi ed i trattamenti dei jeans si effettuano senza sostanze chimiche nocive all’uomo e all’ambiente.
Moda sostenibile nei piumini? Save the Duck
Sempre italiano è il marchio Save the Duck, azienda produttrice di piumini 100% animal friendly. Recentemente ha lanciato anche una linea di modelli per uomo e per donna prodotti completamente con materiale riciclato, come reti da pesca disperse in mare. Il CEO Nicolas Bargi, prima BCORP italiana nel settore, ha sottolineato i costi maggiori nel produrre in modo sostenibile, cui corrisponde anche una maggiore attenzione nella scelta dei fornitori.
La produzione dei capi di questo marchio avviene in Cina, ma solo in contesti in cui sono rispettati alti standard di sicurezza e di qualità del processo produttivo. Come nel caso delle sneakers VEJA, anche i capi Save the Duck hanno un prezzo simile ai competitors meno green. Un piumino va dai 130 ai 300 euro, con un core business tra i 150 e i 200 euro.
“La sostenibilità è come la digitalizzazione. È inevitabile che il mondo sarà sempre più digitalizzato. In questo periodo per esempio in tanti hanno dovuto implementare delle modalità di smart working: le aziende più evolute avevano già iniziato a testare questo tipo di lavoro e si sono trovate più avanti. Quando si tornerà alla normalità si farà un piccolo passo indietro, ma sicuramente certi processi verranno mantenuti in molte aziende e diventeranno delle consuetudini.
La stessa cosa vale per la sostenibilità: io dal giorno uno in cui ho aperto l’azienda ho creduto che il futuro del mondo andasse in quella direzione. Sicuramente questo stop e questo fermarsi a pensare a come l’uomo ha impattato sul mondo avrà delle conseguenze su chiunque, dal consumatore finale alle aziende. Quindi quel processo di trasformazione verso l’adozione di cicli sostenibili (dal risparmio di energia al rispetto degli animali, dal risparmio di CO2 all’uso di sostanze chimiche fino ai diritti umani) sarà accelerato per le imprese. "
Nicolas Bargi – Ceo e Fondatore di Save the Duck per La Repubblica 17 aprile 2020
Moda sostenibile nell'abbigliamento tecnico? Patagonia
Patagonia è un famoso brand di abbigliamento tecnico, ma non solo. Meno noto ai più è invece il suo impegno nella produzione sostenibile dei capi. La volontà del fondatore Yvon Chouinard è anche quella di formare generazioni di attivisti con la chiara missione di trovare una soluzione alla crisi ambientale in corso. L’idea è quella di creare un marchio in grado di gestire al meglio le risorse naturali. Da qui l’utilizzo del cotone biologico e l’idea di creare tessuti partendo dal riciclo delle bottiglie in plastica.
Inoltre, nel 2015 il marchio ha iniziato a vendere capi Patagonia usati e ad offrire riparazioni gratuite dei propri abiti attraverso un camper alimentato a biodiesel che ha girato per tutti gli Stati Uniti. Patagonia reinveste anche parte dei suoi introiti nella tutela ambientale, finanziando enti ed associazioni ambientaliste impegnate nella ricerca di soluzioni alla crisi climatica.
Ce ne sono moltissimi e piano piano ve li faremo conoscere In questo breve articolo abbiamo incluso alcuni esempi di marchi attenti alle materie prime e al processo di produzione.
Ma ce ne sono tantissimi altri che basano la loro policy sulla moda sostenibile.
Anche grazie ad eventi come il Green Carpet Fashion Awards, la settimana del Fashion Revolution e del #whomademyclothes il mondo sta assumendo una consapevolezza sempre maggiore dell’impatto che il mondo della moda ha sull’ambiente.